Dopo appena tre giorni sono stati tolti i sigilli all’impianto di risalita, bloccato dalla procura per un’inchiesta sulle manutenzioni dello scorso anno
TERAMO – Non meraviglia certo, com’è nella tradizione degli ultimi anni ai Prati di Tivo, l’ennesimo ribaltone giudiziario che coinvolge gli impianti di risalita. Le stagioni turistiche ormai sono decise da atti del tribunale e l’ultimo è di ieri: la cabinovia della Madonnina è stata dissequestrata a distanza di appena tre giorni dall’intervento della Guardia di Finanza che l’aveva sequestrata per un’indagine relativa alle manutenzioni dello scorso anno, con l’iscrizione sul registro degli indagati di 5 persone tra le quali il gestore, l’imprenditore sambenedettese Marco Finori.
L’impianto era stato chiuso al termine del primo giorno di riapertura dopo mesi, per la stagione estiva. Le contestazioni di reato mosse dalla procura teramana sono quelle di attentato alla sicurezza dei trasporti e falso ideologico: al centro, in particolare, un certificato del 2022 (e non quello del 2023) che attesta la manutenzione dell’impianto. Adesso, in attesa della pronuncia del tribunale sul ricorso della Gran Sasso Teramano contro il sequestro del rampo di azienda, la cabinovia può ripartire.